"Parato composto da pianeta, stola, manipolo, borsa e palla. Dimensioni cm 108 x 70; cm 206 x 25; cm 104 x 25; cm 24 x 26; cm 16 x 16. L\u2019opera \u00E8 individuata nell\u2019elenco del De Ciocchis, relativo alle suppellettili della cattedrale di Palermo, con le seguenti parole: \u201CUna pianeta ricamata d\u2019oro di passato sopra raso cremisino colle armi di Monsignor Fra. D. Martino foderata con sua stola e manipolo di terzanello cremisino\u201D (cfr. J.A. De Ciocchis, Sacrae..., 1836, p. 84). Essa \u00E8 di certo un pezzo di pregevole interesse, sia per l\u2019eleganza della soluzione ornamentale sia per la qualit\u00E0 tecnica del ricamo. Questo, realizzato solo con l\u2019impiego di due variet\u00E0 di filati metallici, interpreta forme marcatamente stilizzate e dalla resa grafica, riuscendo con efficacia a raggiungere effetti di forte impatto decorativo, grazie anche al deciso contrasto cromatico stabilito tra il fondo, in lucido raso rosso, e i bagliori creati dai preziosi materiali del ricamo in primo piano, a cui si aggiunge la plasticit\u00E0 delle profilature in cordonetto. La pianeta presenta due diversi schemi decorativi, uno disposto al centro, fitto e minuto che copre l\u2019intera colonna, l\u2019altro dato da forme pi\u00F9 ampie e regolari che, disposto in successioni ritmate, occupa la rimanente superficie. Le peculiarit\u00E0 strutturali di quest\u2019ultimo impianto richiamano la tipologia del motivo \u201Cisolato\u201D, soluzione ornamentale derivata dalla precedente tipologia disegnativa \u201Ca mazze\u201D, che si attest\u00F2 largamente nella produzione tessile, a partire dal terzo decennio del Seicento (cfr. T. Boccherini, Il motivo \u201Cisolato\u201D..., in \u201CSopra ogni sorte...\u201D, 1993, pp. 77-88). Essa \u00E8 caratterizzata dalla presenza di poche e precise varianti decorative: una stilizzata infiorescenza, una semplice corolla o un bouquet floreale reso con certo linearismo, sempre impostate secondo una rigida impaginazione a scacchiera e spesso riprodotte in egual misura.\nLa tipologia del disegno \u201Cisolato\u201D, per l\u2019essenzialit\u00E0 compositiva da cui era connotata, ma anche per la piacevolezza di effetti decorativi che offriva, fu elaborata a lungo su numerosi generi tessili, anche quelli meno pregiati, e naturalmente fu presto realizzata anche a ricamo. I ricamatori, attratti anche dai risultati veloci che riuscivano a ottenere, abbandonarono questo motivo nelle sue possibili varianti, su biancheria intima (cfr. T. Boccherini, Il motivo \u201Cisolato\u201D..., in \u201CSopra ogni sorte...\u201D, 1993, p. 84, fig. 12), sull\u2019abbigliamento civile per impreziosirne alcune parti e naturalmente per ornare parati liturgici, come testimonia il nostro esemplare. Quanto la decorazione tessile influenzi il repertorio ornamentale del ricamo \u00E8 confermato dalla presenza di alcuni capi liturgici, confezionati con tessuti di vario tipo, sui quali il motivo \u201Cisolato\u201D mostra stringente affinit\u00E0 stilistica con quello proposto dal nostro manufatto. Ne sono esempio, la pianeta in raso liser\u00E9 datata al XVII secolo, custodita nella chiesa di San Michele Arcangelo a Regello, Firenze, o quella della chiesa di San Bartolomeo a Ripoli, Firenze (cfr. T. Boccherini, op. cit., p. 79, fig. 5; scheda n. 7, p. 94). D successo e la diffusione del ricamo emulante i decori tessili si attesta in modo considerevole anche in Sicilia, luogo a cui si riferisce la manifattura della nostra pianeta e dove quest\u2019arte raggiunse altissimi livelli; a conferma di ci\u00F2 si ricorda il piviale di Calascibetta in taffetas laminato ricamato, fondo rosso, datato 1673, il cui manto mostra un impianto ornamentale vicino al nostro per gusto, impatto cromatico e tecnica, (cfr. R. Civiletto-G. Cantelli, scheda n. 125 in Magnificenza nell\u2019arte tessile..., 2000, pp. 622, 627), cos\u00EC come un intero parato della chiesa di Delia (cfr. R. Civiletto-G. Cantelli, scheda n. 125 in Magnificenza nell\u2019arte tessile..., 2000, pp. 600-603). \nRoberta Civiletto\n\nBibliografia: J.A. De Ciocchis, 1836."@it . . . .