l’accentuata semplificazione dei motivi disegnativi che si riscontra sul manto è un’attestazione di quel rinnovamento stilistico volto in favore di combinazioni più ordinate che si diffondono nell’ultimo quarto del XVIII secolo, probabilmente dettato dal nascente rigore neo-classico o dall’economizzazione dei filati per rendere più concorrenziale sui mercati il prezzo del prodotto finito.
La Devoti (cfr. L’arte del..., 1974, p. 31) riconduce la paternità di queste composizioni decorative a quella nutrita schiera di tessitori francesi che, a causa dell’Editto di Nantes abbandonarono la loro patria riu¬nendosi nel sobborgo di Spitalfieds, nei pressi di Londra.
La confezione di stoffe così congegnate è documentata dalla metà del XVIII secolo e un chiaro esempio sono i frammenti a fondo taffetas del Victoria and Albert Museum di Londra (Eadem, figg. 194 e 196) e il piviale in pékin broccato attribuito a manifattura francese degli anni 1770-1790 della Chiesa Collegiata di Santa Maria di Arona (E. Bazzani, scheda n. 23, in Tessuti antichi..., 1981, pp. 199-201).
Il tessuto con cui sono stati realizzati lo stolone e il cappuccio presenta, invece, un aggraziato motivo che vede disposti i soggetti floreali secondo quelle curve sinusoidali altrove, soprattutto in composizioni più ricche, definibili “a meandro”. Simile orientamento compositivo si può cogliere nella pianeta in taffetas lanciato e broccato di Palazzo Pitti a Firenze (cfr. R. Orsi Landini, scheda n. 72, in I paramenti sacri.:., 1988, p. 138).( R. Civiletto; M. Vitella)