"1 ordito, di fondo, organzino di seta, 2 capi, S, colore viola \nScalinatura: 3 fili \nRiduzione: 60 fili/cm"@it . "motivo a impostazione verticale con andamento ondulante. Teorie di sinuosi tralci si dispongogo su file parallele verticali; da essi originano carnose foglie di varia tipologia: dentellate, sfrangiate e arricciate, con terminazioni uncinate e infiorescenze di margherita, tulipani, mughetti e boccioli. Tra gli spazi \nvuoti che si creano nella successione del motivo decorativo si collocano minute perle di formato irregolare, profilando in parte le forme dell\u2019ornato"@it . "Parato composto da piviale, pianeta, stola, manipolo, borsa e palla. Dimensioni: cm 140 x 283; cm 200 x 23; cm 106 x 73; cm 100 x 25; cm 27 x 27; cm 18 x 18. L\u2019intero parato \u00E8 indicato nel settecentesco inventario di monsignor De Ciocchis, nella parte concernente le suppellettili della cattedrale di Palermo, alla voce \u201CAltro piviale murato di broccato asperinato con fodera di tarzanello murato, guarnito di gallone d\u2019oro traforato e frinza al cappuccio con sua stola. Una pianeta di broccato asperinato murato, guarnito con gallone traforato d\u2019oro, con stola, manipolo, calice, borsa e palla dell\u2019istesso drappo e gurnite dall\u2019istesso gallone\u201D (cfr. J.A. De Ciocchis, Sacrae..., 1836, p. 94). L\u2019aderente rispondenza numerica con i vari componenti del corredo, cos\u00EC come il colore viola, sulla fonte documentaria definito con il termine \u201Cmurato\u201D, la tecnica tessile e alcuni caratteri distintivi dei paramenti quali il gallone \u201Ctraforato\u201D o la presenza della frangia, non lasciano dubbi circa l\u2019identificazione. Il tessuto impiegato per la confezione degli abiti liturgici, un raso turco lanciato \u00E0 liage r\u00E8pris, destinato all\u2019abbigliamento, mostra uno schema compositivo marcatamente sinuoso, nel quale il soggetto vegetale fa da protagonista. Il fitto disegno, descritto dalle trame lanciate, pur esprimendo un forte dinamismo \u00E8 reso attraverso soluzioni piatte e stilizzate, dove la leggibilit\u00E0 delle forme \u00E8 affidata al marcato linearismo, al binomio di colori e al continuo contrasto tra il fondo, emergente in sottili profilature, e le compatte campiture dell\u2019opera. L\u2019effetto decorativo raggiunto \u00E8 di grande impatto visivo, quasi un lavoro di niello su una superficie metallica, per quanto la tecnica di tessitura adottata non risulti tra le pi\u00F9 ricche ed elaborate. La tipologia decorativa del nostro tessuto trae ispirazione dal motivo \u201Ca mazze\u201D del tardo Cinquecento e dei primi decenni del Seicento, interpretato in numerose varianti, del quale se ne individua il richiamo nel movimento contrapposto degli elementi floreali, che per la regolarit\u00E0 della successione suggeriscono uno sviluppo dell\u2019ornato anche in orizzontale. Caratteristici del motivo a \u201Cmazze\u201D sono anche i piccoli elementi di riempimento geometrici (cfr. T. Boccherini, Atlante di Storia..., 1995, p. 63) che nel nostro caso prendono la forma di piccole perle, sparse sulla superficie del tessuto per saturare ogni spazio vuoto, aderendo cos\u00EC a una sorta di \u201Chorror vacui\u201D. Tuttavia appare chiaro che l\u2019emancipazione dal precedente disegno sia gi\u00E0 avvenuta. Ci\u00F2 si evidenzia dalle dimensioni relativamente ampie dei soggetti decorativi, che svincolati dai rigidi schemi geometrici si distribuiscono ora concatenati secondo un andamento serpentinato, rivelando una nuova concezione della spazialit\u00E0, o nella loro morfologia che seppur espressa schematicamente \u00E8 indagata con nitidezza e ricerca naturalistica. Questi aspetti formali suggeriscono una datazione intorno al secondo quarto del secolo XVII. Un tessuto in gros de Tours lanciato laminato, che presenta una simile composizione serrata, si segnala nel duomo di Lecce. In esso per\u00F2 il disegno ha una resa pi\u00F9 rigida e schematica (cfr. P. Peri, Evoluzioni stilistiche e..., in Il Barocco a Lecce..., 1995, p. 236); altre analogie mostra il piviale realizzato in damasco classico della chiesa di San Giuliano, a Vicenza, al quale si possono accostare la disposizione degli elementi decorativi e le tipologie formali di foglie e tralci (cfr. A. Pranoni, scheda n. 42 in Tessuti nel Veneto..., 1994, p. 350). Per quello che concerne il luogo di esecuzione del manufatto, risulta illuminante la presenza nel duomo di Siracusa di un tessuto uguale al nostro per armatura, soluzione ornamentale e qualit\u00E0, proposto nella variante cromatica ciclamino (cfr. S. Lanuzza, schede nn. 15, 28, Infra). A un\u2019attenta analisi tecnica si indivi-duano leggere differenze dimensionali nel modulo ornamentale e un sistema di legatura delle trame in diagonale direzione S, anzich\u00E9 Z come sul nostro. Il grande quantitativo di stoffa, nonch\u00E9 la trovata di elaborare sullo stesso tema piccole variazioni, spinge a riferire la manifattura a un laboratorio siciliano. (Roberta Civiletto)"@it . ": fondo in raso da 4, diffalcamento, 2,1,2,3 prodotto da tutti i fili e da tutte le trame di fondo. Disegno descritto da una trama lanciata metallica legata al dritto in diagonale 3 lega 1 direzione Z, da 1/4 dei fili prelevati dall\u2019ordito di fondo, mentre sul retro rimane sciolta. L\u2019opera riposa sul raso di fondo"@it . . "cm 19 x 13; numero dei campi: 4; tipo di campo: seguente"@it . "2021-02-10T00:00:00"^^ . "2 trame; I di fondo, seta, 3 capi, S, colore viola; II lanciata, oro filato avvolto su anima in seta, S, colore giallo \nScalinatura: 1 passata\nRiduzione: 15 passate/cm\nProporzione: 1 di fondo/1 lanciata"@it . . "cm 48 senza cimose"@it .