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P3 has note
  • Parato costituito da un piviale, due tonacelle, una pianeta, una stola. Dimensioni cm 142 x 465; cm 95 x 142; cm 100 x 66; cm 214 x 20. Dei due tessuti che compongono il parato, uno presenta un caratteristico sviluppo disegnativo degli ornati la cui realizzazione è ampiamente documentata su stoffe cinquecentesche, soprattutto la presenza delle anfore fortemente stilizzate, da cui fuoriescono racemi fioriti, che segna il superamento di vetusti moduli quattrocenteschi che vedevano inserite all’interno delle cornici ovaliformi le tipiche melagrane. Particolarmente interessanti sono i dettagli decorativi “i quali, per i contorni così accuratamente incisi nelle rientranze sinuose delle foglie e dei loro arricciamenti finali, sembrano usciti da un raffinato lavoro di cesello tardo cinquecentesco” (I. Silvestri, scheda 2, in Tessuti antichi…, 1981, p. 127). L’elemento coronato che si pone nei punti di tangenza è una caratteristica dell’organizzazione dei disegni in cui predominano gli ovali che investe anche i tessuti da rivestimento (cfr. D. Devoti, L’arte del…, 1974, p. 25). Il secondo tessuto è invece caratterizzato dalla presenza di carnosi motivi fitomorfi, tra cui si riconoscono le toglie d’acanto, dall’andamento enfatizzato e dallo sviluppo ad ampi rapporti. Il completo qui esaminato presenta l’identico sviluppo disegnativo rilevato sul paliotto in damasco datato alla seconda metà del XVI secolo del Duomo di San Marziale e Sant’Alberto di Colle Val d’Elsa (cfr, I. Pacini, scheda n. 38, in Drappi, velluti…, 1994,p. 128). Stringenti affinità stilistiche si possono anche cogliere con il piviale in lampasso lanciato datato agli inizi del XVII secolo e con la dalmatica in damasco datata tra la fine del XVI secolo I l’inizio del successivo entrambi della chiesa Collegiata di Santa Maria di Arona (cfr. M. Cuoghi Costantini, scheda n. 1, I. Silvestri, scheda n. 2, in Tessuti antichi..., 1981, pp. 123-127). Inoltre si notano stringenti analogie, soprattutto per il motivo a corona, con un broccatello datato al XVI secolo della chiesa di Santa Maria Corteorlandini di Lucca (cfr. D. Devoti, L’arte del..., 1974, fig. 109). (R. Civiletto ; M. Vitella) (it)
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